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Storia del Comune

Paderno Franciacorta
 

Paderno Franciacorta è il più piccolo comune della Franciacorta, sito all'esterno della cerchia morenica si estende su un territorio completamente pianeggiante e in leggerissima pendenza. Misura cinque chilometri quadrati e mezzo, ma riserva alla coltura agraria metà della superficie e più di un quarto alla coltivazione della vite.
La presenza del verde e la discreta lontananza delle principali vie di comunicazione, riservano al centro abitato una particolare tranquillità, una scelta che ha avvantaggiato Paderno non solo nell'aspetto economico (fiorente anche nel settore industriale), ma anche in quello estetico ambientale.
Nella piazza di Paderno Franciacorta si erge maestoso l'antico castello medioevale che fu teatro di diverse battaglie, ad esempio contro gli Unni prima e contro i Visconti e Francesi poi, durante le quali venne parzialmente distrutto. Costruito nel X secolo per scampare alla feroci incursioni degli Ungari, questo castello ebbe una vita terribilmente movimentata lungo un arco di tempo di circa mezzo millennio: prima per le contese fra Guelfi e Ghibellini durante le quali vi pose il proprio campo anche re Enzo, figlio di Federico II, poi per le guerre fra Milano e Venezia ed infine il saccheggio e le sanguinose stragi inferte dai Francesi d'Aubigny nel 1512, anno del sacco di Brescia. Dopo oltre tre secoli di abbandono, il castello fu restaurato nel secolo scorso, ma in maniera scarsamente rispettosa dell'originaria struttura. Si è conclusa una recente fase di restauro che ha portato alla creazione di una piazza all'esterno dell'entrata principale del Castello ed alla ristrutturazione dell'ala sinistra dello stesso che ora ospita la biblioteca comunale intitolata alla Maestra Alfides Tessitori.


La storia di Paderno Franciacorta, testo utilizzato in occasione del 150° Anniversario della denominazione Paderno Franciacorta


Il 28 Ottobre 1862, 150 anni fa, il Consiglio Comunale di Paderno assunse una delibera, ratificata con decreto regio del 4 dicembre dello stesso anno che modificava la denominazione di Paderno in Paderno Franciacorta.

Non possiamo però raccontare 150 anni di Paderno Franciacorta senza ricordare che Paderno esiste dall’epoca romana.
L’origine quasi certamente latina del nome, “Paternus”, sta ad indicare che il territorio di Paderno costituì l’eredità passata di padre in figlio in epoca romana: lo testimoniano vari reperti, tra cui un pavimento musivo e un’ara funeraria. 
Sono proprio del periodo romano le tracce rinvenute nei pressi del sito castellare degli Oldofredi. Ed è dell'anno 1009 un documento che cita “Paterno” come sede di un [castello] ricetto edificato a difesa degli assalti degli Ungari, i quali compivano spesso in quel periodo e in quella zona scorrerie ed assedi. Il castello aveva anzitutto funzioni di ricovero per genti, animali e prodotti agricoli, soprattutto quando i barbari perpetravano i loro attacchi nel contado e nel paese, tanto facili da raggiungere perché della Franciacorta Paderno è sempre stato un centro in aperta campagna.
Col passare dei secoli il ricetto trasformò via via la propria funzione in una più prettamente militare.
Fu nel 1242 che il re Enzo di Gallura ne fece il centro di operazioni militari;
nel 1326 fu addirittura devastato dalle armate di Azzone dei Visconti;
nel 1428 venne conquistato dal Piccinino, in quel periodo in costante lotta col Gattamelata; nel 1512 conobbe uno dei suoi peggiori momenti: durante il cosiddetto “sacco di Brescia” apparecchiato dai Francesi guidati da Gastone di Foix, Paderno fu svaligiato (alla fine di luglio) e i suoi occupanti, sia militari che semplici contadini, furono uccisi a centinaia (rimasero in 52);
Citato nell’estimo visconteo del 1385 fra i comuni appartenenti alla quadra di Rovato (Valentini 1898), durante il dominio veneto fece parte della stessa quadra (Da Lezze 1610). Il comune, che nel 1493 contava 580 anime (Medin 1886), all’inizio del ’600 contava 200 fuochi e 700 anime; per governare il comune venivano eletti un console, tre sindici ed un massaro che rendeva loro conto (Da Lezze 1610).
Nel 1764 vi erano 499 anime (Descrizione generale 1764), 516 nel 1802 e 700 nel 1853.
In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Paderno Franciacorta con 717 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento VI di Ospitaletto, circondario I di Brescia, provincia di Brescia.
Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 998 abitanti (Censimento 1861).
Il 10 Luglio 1862 la Prefettura di Brescia scrive al Comune di Paderno chiedendo di modificare il nome del paese. Infatti da circa un anno esiste il Regno d’Italia e vi sono diversi paesi del Regno a chiamarsi Paderno, creando confusione.
Questa è la trascrizione del documento, ritrovato all’interno di un quadro nell’ufficio del Sindaco:

 

Prefettura della Provincia di Brescia                    Brescia, il 10 luglio 1862

  1. 1416 Divisione 4

Oggetto: Denominazione del Comune

 

Al Signor Sindaco di Paderno                                      

 

L’identità di nome che si riscontra tra codesto Comune e quello d’altri Municipii del Regno genera equivoci ed imbarazzi così per i privati come per le pubbliche amministrazioni.

A togliere tale inconveniente il Ministero dell’Interno incaricò il sottoscritto d’invitare codesta Giunta a fare in modo che nella prima convocazione sia ordinaria che straordinaria del Consiglio questa abbia a deliberare se non di cangiare affatto l’attuale denominazione del Comune almeno di farvi qualche aggiunta che si potrebbe desumere dalla speciale ubicazione del Comune secondo che si trova in monte o in pianura, vicino ad un fiume o ad un torrente.

Nel trasmettere poi la deliberazione consigliare codesto Signor Sindaco favorirà di esprimere in proposito quelle particolari osservazioni che gli paranno del caso.

 

Pel Prefetto Boroni

Il 28 ottobre 1862 il Consiglio Comunale di Paderno decise quindi di cambiare nome al paese.
Il 4 dicembre dello stesso anno il Re d’Italia Vittorio Emanuele II firmava il decreto  (R.D. 14 dicembre 1862, n. 1054) che autorizzava la nuova denominazione:
PADERNO FRANCIACORTA
 
Nei primi 50anni dell’unità d’Italia Paderno attraversa ed è attraversata da diversi avvenimenti: la ferrovia, le fontane, la prima guerra mondiale, mentre assistiamo nello stesso periodo ad un aumento notevole della popolazione.
In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio.
abitanti 755 (Censimento 1871);
abitanti 813 (Censimento 1881);
abitanti 929 (Censimento 1901);
abitanti 1.111(Censimento 1911);
Sin dagli anni successivi all’Unità d’Italia per gli interscambi fra la pianura e l’alta montagna era diventato vitale e pressante collegare il Sebino con la Valcamonica.
Grazie a Giuseppe Zanardelli, che nel 1876 diventa Ministro dei Lavori Pubblici e che diventerà nel 1901 Presidente del Consiglio, assistiamo alla inaugurazione della sospirata strada sebina costiera collegante Marone con Toline .
Inoltre nel 1883 iniziarono i lavori per la costruzione della ferrovia che terminarono due anni dopo con l’inaugurazione ufficiale il 21 giugno 1885. Il tratto che univa Brescia con Iseo, via Paderno e Monterotondo misurava 23 chilometri.
La prima variante importante colpisce proprio la stazione di Paderno in quanto da qui che si decide di rifare il tracciato per Iseo (quello attuale) con una pendenza più dolce (intorno all’1%) in previsione di trasporti con carichi molto pesanti .
 
Nel 1891 la popolazione di Paderno potè giovarsi del primo acquedotto pubblico dell'era industriale; costruita dall'impresa Togni e Peverati ed inaugurata dal sindaco Faustino Averoldi il 16 novembre di quell'anno, la moderna struttura captava l'acqua "dal lontano sasso di Ome" - come recita l'epigrafe composta per l'occasione.
Non esistevano ne esistono torrenti da cui attingere acqua. 
I Padernesi avevano buoni motivi per desiderare la pioggia. Senza di essa le cisterne ed i secchi erano vuoti. Quante volte, durante prolungati periodi di siccità, la nostra gente è ricorsa all’intercessione della Madonna del Castello. Ci narrano gli anziani, che dopo le processioni con l’immagine di Maria e del suo bimbo, raffigurati nel quadro collocato nella Chiesina del castello, molto amato e venerato anche oggi, si ottenevano abbondanti piogge ristoratrici.
Era davvero una situazione che rodeva ai nostri amministratori del tempo, il mondo in corsa verso la modernità, e i Padernesi all’asciutto! Già il Sindaco Eugenio Paderno, poi morto tragicamente, aveva iniziato a darsi da fare, poi la svolta decisiva con sindaco Faustino Averoldi: con coraggio e pervicacia si giunse alla realizzazione di una condotta, che da Ome portò a Paderno dell’ottima acqua. Un’impresa notevole, considerati i tempi.
 
Passano solo vent’anni e la Grande Guerra è alle porte. I treni avranno un ruolo determinante nel supporto alle truppe che combatteranno sul fronte dell’Adamello. I carri carichi di soldati, di armi, di viveri dopo essere transitati da Paderno e aver costeggiato il lago, percorreranno la Valle penetrando sin dentro il cuore della battaglia.
Durante la prima guerra mondiale la popolazione di Paderno pagò un gravoso tributo di sangue: i trentuno caduti sono ricordati dal monumento, opera dello scultore bresciano Luigi Lanfranchi, eretto nel 1922 nella piazza antistante il castello.
 

I loro nomi sono:
 
Guerra 1915-1918
 

Bettoni Francesco-Abeni Giuseppe-Archetti Angelo-Bonaiti Giov.Batt.-Bosis Giuseppe-Fontana Vincenzo-Frattini Francesco-Giugno Battista-Guerini Faustino-Giustacchini Battista-Lazzaroni Luigi-Orizio Luigi-Valotti Luigi-Vianelli Angelo-Zambelli Giuseppe-Abeni Gio-Buizza Antonio-Delbono Giuseppe-Giugno Andrea-Metelli Alessandro-Assoni Bortolo-Coffetti Francesco-Omodei Angelo-Coffetti Paolo-Faletti Bortolo-Belleri Paolo-
Vivenzi Giuseppe-Faita Luigi-Danesi Francesco-Bosis Giovanni-Riva Bortolo-Ferri Vincenzo

Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Brescia della provincia di Brescia. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 dal regime fascista il comune veniva amministrato da un podestà.
Popolazione residente nel comune:
abitanti 1.111(Censimento 1911);
abitanti 1.319 (Censimento 1921).
abitanti 1.539 (Censimento 1931);
abitanti 1.631 (Censimento 1936).
abitanti 1.969 (Censimento 1951);
Tra le due guerre mondiali senz’altro significativa è stata l’esperienza del Calzificio e Cotonificio Roberto Ferrari, che dal 1920 a 1953 ha fatto di Paderno un centro manifatturiero in Franciacorta.
Il complesso manifatturiero, che giunse agli apici a 700 addette, fornisce tra l’altro in quel periodo l’attrezzatura necessaria per un ambulatorio medico, dove il dottor Bocchi, medico di Castegnato, ha potuto curare gli ammalati di Paderno poiché a quei tempi, il Comune doveva appoggiarsi a questi non avendo un medico condotto stabile.
È riconducibile a questo periodo ed ai meriti del Cav. Ferrari, l’arrivo delle Suore di Santa Marta e l’apertura dell’asilo aziendale.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale trovò la comunità padernese alle prese con i problemi dovuti ad un'agricoltura modesta e ad un processo di industrializzazione che era ancora molto al di là da venire. Durante e dopo la guerra, fino alla chiusura dell’opificio, la mensa aziendale, oltre a ristorare le maestranze e loro famiglie, ha contribuito a sfamare con grande generosità parte del paese con minestroni e pastasciutte.
 
La guerra mietè, tra morti e dispersi, tredici padernesi.


Caduti 1940-1945
 
Archetti Fausto-Fenaroli Pierino-Gavazzi Pancrazio-Vezzoli Alessandro-Zanini Battista-Abeni Luigi-Burlotti Angelo
 
Dispersi 1940-1945
 
Barbieri Battista-Bono Ettore-Buizza Domenico-Buizza Luigi-Corsini Pietro-Zanini Mario

Dal “Diario della Resistenza Bresciana” , aggiornato a seguito della presentazione a Paderno in occasione della Festa della Liberazione nel 2008 riportiamo i seguenti fatti accaduti a Paderno o a Padernesi:
18 febbraio 1945: a Paderno importante riunione dei capi partigiani con al presenza del comandante Ragnoli sceso apposta dalla Valle Camonica. La riunione è ospitata nella casa del conte Luigi Guaineri, la cui signora contessa Alba Bonzi sarà arrestata dalle SS italiane del maggiore Thaler nei giorni dell'insurrezione generale e riuscirà fortunosamente ad evitare la fucilazione; sorte toccata invece al segretario comunale di Rodengo-Saiano, Vighenzi, ed ai suoi collaboratori
1 marzo 1945: nella lotta contro il nazifascismo. Anche a ospitaletto : (vi sono) fra gli altri Felice Marchetti, nato a Paderno FC nel maggio 1918
24 aprile 1945: tra il 24 e il 25 aprile, le SS italiane stanziate a Rodengo Saiano, nel tentativo di procurarsi degli ostaggi nel caso partigiani locali abbiano intenzione di fare qualcosa arrestano due persone: il marchese Ariberto Frassati di Passirano, la contessa Alba Bonzi in Guaineri, di Paderno (la signora è arrestata perchè il marito, conte Luigi Guaineri, è assente) ed il capostazione di Paderno, Valli. Sono obbligati a raggiungere, nelle celle di Villa Fenaroli, il curato di Gussago don Potieri, e gli altri arrestati verso la fine dello scorso mese: Achille Antonini di Paderno, i fratelli Emiliano, Giovanni e Bortolo Cola di Rodengo.
28 aprile 1945: nato a Ostiano, in provincia di Cremona, nel 1909, Vighenzi è residente a Rovato, sposato, laureato in legge e segretario comuanle di Rodengo Saiano (dopo aver dovuto cedere il posto a Rovato, perchè antifascista). Fra i primi a partecipare con entusiasmo al movimento clandestino della resistenza, è membro del CLN della Franciacorta come rappresentante del Partito Liberale Italiano. In stretto contatto con Sandro Molinari e vice comandante del V settore (che da Brescia arriva fino a Iseo, Chiari e Orzinuovi) è un infaticabile organizzatore di gruppi e di CLN nei paesi affidati alle sue cure con la collaborazione di Egidio Gelfi , segretario di Paderno, con cui si incontra quasi ogni giorno, Micanzi di Passirano, Padre Romano del Convento di Saiano ed altri.
 
Finita la guerra, in seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di Paderno Franciacorta veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio.
Le prime elezioni comunali si sono tenute domenica 31/03/1946, e vi erano tre Liste: i simboli erano lo scudo crociato, una falce e martello e la terza lista era di Giustizia e Libertà, prendendo il nome dalle Brigate partigiane.
Il primo sindaco del dopoguerra fu Delbono Giuseppe e, dalle elezioni del 1946 al 1951 Moniga Ferdinando che risultò il consigliere comunale più votato con 482 voti comprese le preferenze, su 932 votanti
Sindaco fu dal 1951 al 1953 Spada Paolo e da Faita Vittorio dal 1953 al 1956.
Sicuramente una amenità, ma non ho potuto non andare a curiosare tra i risultati elettorali, scoprendo che, al referendum del 2/6/46 tra repubblica e monarchia fini quasi in parità, 459 voti a 458 e, se fosse stato Paderno a decidere la contesa, avrebbe vinto di un voto la Monarchia.

Gli anni del secondo dopoguerra furono particolarmente intensi per la comunità di Paderno, che nel frattempo andava progressivamente aumentando di numero e (si stava) stabilizzando economicamente. Fra le grandi opere pubbliche di quel periodo si segnalano il rinnovamento e potenziamento della rete idrica, la costruzione di nuovi edifici scolastici e delle prime case popolari.
Nei primi anni Cinquanta era il settore tessile a garantire la massima produttività ed occupazione nell'economia padernese; dalle statistiche sull'impiego locale risulta che, nel 1951, gli addetti all'industria tessile e nella manifattura di capi d'abbigliamento ammontavano a 815
Il settore tessile durante gli anni Cinquanta va in crisi ed a Paderno, come in tante altre località del bresciano, i segni della crisi del settore tessile si manifestarono nel calo degli occupati nel settore fino a quel momento decisivo per l'economia locale. Nel 1961 gli addetti a questo settore erano scesi a 479, con una diminuzione del 45% circa;
Popolazione residente nel comune:
abitanti 1.631 (Censimento 1936).
abitanti 1.969 (Censimento 1951);
abitanti 1.992 (Censimento 1961);
Il municipio è sito nel dopoguerra nel Palazzo Oldofredi in via Mazzini, ora sede delle scuole medie, dove rimase fino al 1963. In quell'anno infatti gli uffici comunali vennero trasferiti a Palazzo Sandrinelli, in via Toselli. Il palazzo comunale fu acquisito nel 1959 dalla famiglia Sandrinelli, ultima proprietaria, antica dimora della famiglia Coradelli.
 
Inizia negli anni Cinquanta anche la storia della Casa Albergo, che trae origine dalla Casa di Riposo fondata dai F.lli Zini il 25/09/1954 .
 
I F.lli Zini erano 5: Defendente Domenica Angelo Maria e Bernardo nascono a Travagliato negli anni immediatamente successivi all’unità d’Italia tra il 1863 e il 1877. Nel 1915, dopo l’acquisto della proprietà Averoldi a Paderno, i Fllli Zini vi si stabiliscono definitivamente. L’unico a sposarsi fu Bernardo, nel 1919, ed ebbe tre figli.
Di questi Lucia sposerà l’ing. Contessi di Saiano e Martina il geom. Aldo Falconi di Cossirano.
Defendente  si era distinto nel 1929 sostenendo in maniera determinante il completamento della sede dell’Asilo Infantile “Conti Oldofredi Luigi e Maria”, fondato nel 1925, e gestito dalle Suore di Santa Marta.
Domenica scomparve nel ’36 e Defendente nel ’37. Il 29 marzo 1952 decedeva Angelo Zini, il più giovane dei tre maschi, e il 25 settembre 1954 i due fratelli superstiti, Bernardo (che aveva ricoperto la carica di podestà di Paderno negli anni 1936-1937) e Maria, condividendo la volontà del defunto, comunicavano al Consiglio Amministrativo del locale Ente Comunale di Assistenza “essere loro ferma intenzione di provvedere alla costruzione di una Casa di Riposo per vecchi e inabili dei Comuni di Paderno F.C. e Rodengo Saiano”.
Dopo soli tre mesi, il 14 dicembre 1954, moriva anche Bernardo, e la meritoria iniziativa fu portata a compimento dall’unica superstite, Maria, col pieno appoggio della vedova del fratello, Erminia Novali, terziaria francescana, e delle due nipoti, Lucia e Martina, affiancate dai mariti, ingegner Gianni Contessi, autore del progetto, e geometra Aldo Falconi.
La Casa di Riposo fu realizzata nel corso dei due anni successivi, edificando un piano rialzato sul fabbricato dell’Asilo Infantile “Conti Oldofredi”, dotata di tutta l’attrezzatura necessaria, e donata, il 24 febbraio 1957, all’Ente Comunale di Assistenza, cui spettò (riporta l’atto) “il compito di promuovere gli atti necessari per la sua erezione in ente morale ed alla stesura dello schema di statuto organico”.
Successivamente, il 10 gennaio 1959, Maria Zini effettuava la donazione di alcuni terreni all’Ente Comunale Assistenza, al preciso scopo che le rendite fossero destinate al mantenimento degli ospiti della Casa di Riposo, da denominarsi “Fondazione Fratelli Zini”.
Nella stessa epoca anche la Parrocchia di Paderno, retta sin dal 1933 da don Pietro Duina, veniva beneficata da Maria Zini, la quale, dopo essersi distinta in ripetute donazioni al Seminario di Brescia, decideva di finanziare l’erezione di un nuovo fabbricato, progettato dall’ingegnere Gianni Contessi, sul lato sud del terreno adiacente al vecchio Oratorio di Paderno, oggi di proprietà comunale, destinato a ospitare le Scuole di Catechismo.
Nel 1961, alla presenza del prefetto di Brescia, avvocato Lino Cappellini, venivano inaugurate ufficialmente la Casa di Riposo “F.lli Zini”, eretta in Ente Morale, le Scuole di Catechismo “Maria Zini”, e Via F.lli Zini, intitolazione con la quale, per iniziativa dell’Amministrazione Comunale di Paderno, guidata da Enrico Crippa, veniva ribattezzata l’antica Contrada della Ceresa (allora tratto ovest di via Roma), dove sorge la dimora della famiglia, oggi Zini-Falconi.
Primi presidenti della Casa di Riposo “F.lli Zini”, gestita sin dalla sua fondazione dalle instancabili Suore di Santa Marta, furono Franco Resola, Gianni Contessi e Aldo Falconi, affiancati dalla vedova di Bernardo Zini,  Erminia Novali, i quali, dopo la morte di Maria Zini, avvenuta l’8 agosto 1964, assicurarono la continuità dell’Opera, che si resse coi contributi degli ospiti, dei benefattori e dell’Amministrazione Comunale di Paderno, tramite il locale Ente di Assistenza.
Il 12 ottobre 1976, grazie al ricavato della vendita dei terreni donati nel 1959 da Maria Zini, alle generose offerte di tanti privati, e al lavoro gratuito di benemeriti volonterosi, fu iniziata l’edificazione della nuova ala della Casa di Riposo, che veniva ultimata il 30 luglio dell’anno successivo.
 
Torniamo ora all’evoluzione di Paderno. Tra i sindaci di questi anni, dopo Enrico Crippa dal 1956 al 1965, troviamo il Dott. Moniga Gianluigi dal 1965 al 1970, il compianto Ing. Giacomo Cavalli, dal 1970 al 1976, di cui voglio in questa occasione ricordare che è all’Ing. Cavalli che si deve il progetto per la realizzazione del nuovo oratorio, costruito tra il 1992 e il 1994.
Gli anni Sessanta-Settanta e poi ancora negli anni Ottanta e Novanta videro profonde trasformazioni all'interno del tessuto urbano padernese, grazie soprattutto all'incentivazione dell'edilizia popolare. La cooperativa "La Famiglia", ispirata da p. Ottorino Marcolini, realizzò numerose abitazioni all'interno di diversi programmi di costruzioni nei periodi 1962-1965 (40 alloggi) , 1969-1976 (13 alloggi) , 1985-1993 (83 alloggi) e 1997-1999 (18 alloggi). Mi piace ricordare che Padre Marcolini ha inaugurato nel 1975 la Chiesetta degli Alpini, all’interno del’omonimo parco, inaugurato invece nel 1980 quando Padre Marcolini era ormai mancato, due anni prima.
E’ sindaco in questo periodo il papà del ns. Sindaco Antonio Vivenzi, Battista, per 11 anni, dal 1976 al 1987.
Nei successivi 17 anni è stato invece sindaco Alessandro Ghidetti, dal 1987 al 2004, quando divenne sindaco e 5 anni dopo riconfermato Antonio Vivenzi.
 
Termino con l’evoluzione della popolazione che, anche grazie alle iniziative di edilizia popolare e al miglioramento generale della situazione socio-economica, è proseguita in aumento, fino ai giorni nostri
Se nel 1961, prima dei primi programmi di edilizia popolare, gli abitanti erano 1.992 (fonte Censimento 1961) nel 1971 erano diventati 2.266 (Censimento 1971) e 10 anni dopo 2.548 (Censimento 1981). Nel 1991 seravamo 2.831 mentre nel decennio successivo con un aumento di 550 abitanti paderno supera i 3.000 abitanti raggiungendo al censimento 2001 quota 3.379 abitanti (Censimento 2001).
Negli ultimi 8-10 anni, invece, l’aumento si è contenuto i 250 abitanti dai 3500 abitanti del 2004 ai 3.750 di fine 2011.

Aggiornato al 28/10/2012, in occasione del 150° Anniversario della denominazione Paderno Franciacorta